V-Zero #5 – Il gran finale

Sono felice di aver pubblicato “Giù in picchiata”, il racconto conclusivo della serie V-Zero. Così i miei lettori non resterranno con l’acquolina in bocca di sapere come va a finire la storia.
Si potrebbe dire che è un obbligo deontologico degli scrittori quello di completare una serie, che poi… vabbè, esistono i finali aperti, ed è una questione di punti di vista, ma è pur sempre un finale.

Copertina Giù in picchiata (V-Zero #5)
Giù in picchiata (V-Zero #5) di Renato Mite

Siamo qui a parlare di finale, ma se ripenso agli inizi: roba da non crederci ciò che c’è dietro una storia.

L’idea iniziale riguardava solo un racconto di fantascienza che ruotava intorno a un’intossicazione eppure ben presto l’idea si ingrandì come una sorta di Big Bang che esplodendo ha dato vita al pianeta Hiddin3 e all’intera serie.

Fra i miei vecchi appunti, ritrovo persino qualcosa in cui “Consegna a Greentown” figura come “libro I”, il resto è venuto strada facendo. Sapevo dove volevo arrivare, ossia lo scontro fra Speculatori e sostenitori del pianeta, ma non come ci sarei arrivato esattamente. Un modo per dire che le storie puoi pianificarle, ma è proprio quando ti sorprendono perché uno sviluppo evolve in maniera diversa che ti accorgi di quanto sia travolgente. Io mi sono fatto travolgere e sono convinto che la storia sorprenderà chi vorrà leggere le quattrocento e passa pagine a cui sommano i 5 racconti.

Come sempre, una mano l’ho ricevuta dai miei personaggi che, quando io volevo fare in un modo un po’ troppo macchinoso, poi finivano per fare di testa loro e con risultati migliori. Ne è esempio Bea che, nel secondo racconto “Il giro della morte”, decide di tirare John fuori dall’aereo in fiamme. Per non parlare di Luke Navarro che, nel terzo racconto “Il gioco dell’escluso”, decide di avvicinare Bea nel bar dell’aeroporto per metterla in guardia contro gli Speculatori. E ce ne sono altri. Come temo ci sia qualche punto in cui il mio zampino da Deus ex machina è sopravvisuto agli interventi dei personaggi.

Sto divagando, lo so. Lo faccio perché non voglio svelare il gran finale, però qualcosa su “Giù in picchiata” te la posso dire.

Questo racconto ruota intorno a un processo che vede coinvolti gli Speculatori e quando c’è di mezzo questo manipolo di potenti, diciamo che non ci si annoia. Per usare un eufemismo, le udienze sono un po’ “movimentate”, Ian Relby direbbe che vogliono fargli la pelle.

Anche dall’altra parte del pianeta, nella prigione sotterranea di Stilrock, c’è un po’ di trambusto.

Forse non dovrei farlo, ma ecco qui un estratto di “Giù in picchiata”.

«Affiderò questo video a un server per diffonderlo in rete dopo l’esplosione. Quando vedrete questo video, sarà già tardi. Qui conservano tanto esplosivo da sbriciolare una montagna.»
Alex si guardò intorno spaesato, quasi non conoscesse il posto in cui si trovava. Si fermò a fissare l’interno della cella aperta. Stava considerando che quella sarebbe stata la sua tomba e non un aereo come aveva sempre pensato.
Tornò a guardare nell’obiettivo con decisione.
«Non provate a dare a me la colpa di quanto accadrà. Io sono responsabile delle mie azioni, voi delle vostre. Le vostre azioni sono peggiori! Le vostre azioni ci hanno portato qui!» Urlò proiettando il pugno sinistro al lato.
Colpì lo stipite di metallo della porta con il fianco del pugno e si tagliò.
«Ferma, ferma la registrazione.» Disse stringendosi la mano ferita con l’altra.
Jerry interruppe le riprese e si avvicinò. «Fa’ vedere.»
«Non è niente.»
«Comunque ora ti prendo un cerotto, ho visto una cassetta d’emergenza.»
«Hai capito che mi farò esplodere?» Chiese Alex con apparente ironia.
«Hai capito che cerco un modo per salvarti?» Disse Jerry serio. «E forse tu stesso mi hai dato un’idea.»


Per tirare le somme: ogni cosa, come ogni storia, deve avere un inizio e una fine che conferiscono significato al tutto.

Con l’ultimo episodio della serie ho fatto proprio questo: dare un significato a tutta la storia evidenziando ciò che ho diffuso nei vari racconti, ossia le motivazioni che spingono i protagonisti a voler salvare a tutti i costi il pianeta Hiddin3. Per alcuni una seconda casa, per altri il pianeta natale.

Alcuni vedranno nella storia un messaggio ambientalista, che non è una cattiva idea. Io voglio vederci l’energia di chi non si arrende per salvare ciò a cui tiene, un non darsi per vinti prima del tempo. Certo non è facile, ma proprio in questo ultimo racconto, Alex Keysmith dimostra che pure nelle situazioni più difficili, nei momenti di sconforto maggiore, se ti monta dentro la rabbia, quella rabbia puoi usarla per andare a fondo con un briciolo di speranza che riuscirai a toccare e risalire. Attraversare il dolore come un aereo passa attraverso le fiamme. Passare attraverso la distruzione per rinascere come una fenice.

Queste ultime frasi saranno chiare dopo aver letto il racconto.

Mi fermo qui perché penso che ogni parola in più possa solo svelare il gran finale.

Faccio solo un’ultima confessione. “Giù in picchiata” chiude la serie V-Zero nel senso che nell’epilogo mostra da che lato pende la bilancia, sotto un altro punto di vista però il finale è aperto. Quindi tu lettore puoi immaginare un epilogo secondo i tuoi gusti.

A te la scelta.

Buona Lettura!


I racconti della serie:












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