Recensione – La reputazione

Copertina La reputazione
La reputazione di Ilaria Gaspari

Recensione

Anni Ottanta. Barbara si è trasferita a Roma per studiare all’università e laurearsi ma non sa bene cosa fare della sua vita. Ha cominciato una tesi che non riesce a concludere, il suo animo da eterna indecisa deve fare i conti con i dubbi e con le bollette da pagare. Per questo accetta l’offerta di lavorare nella boutique Joséphine, nel quartiere dei Parioli, dove la titolare Marie-France sprigiona il suo brio francese e insegna alle sue commesse l’importanza della moda nel rendere le donne belle e sicure di sé. La moda è il pretesto per dare le sue lezioni di vita: fra pragmatismo e filosofia, fra tattiche di marketing e supporto psicologico.
Barbara scopre così la propria bellezza e si sente più sicura, entra in un ambiente allegro e spensierato, stringe legami con le sue colleghe e insieme affrontano le sfide quotidiane dettate dal soddisfare le clienti e rispettare le regole di stile di Marie-France che qualche volta si impunta ma non eccede mai nei suoi rimproveri. Barbara si immergerà in questo sistema ben collaudato conoscendo pian piano sia le sue colleghe sia Marie-France e il suo socio Giosuè che a volte hanno vedute diverse ma sanno affrontare qualsiasi situazione.
La sua collega Marta è una venditrice nata e un giorno seguirà le orme di Marie-France, la nuova assunta Micol invece diventerà un’attrice. Marie-France ha vissuto tante esperienze che l’hanno segnata e cerca di controllare l’ansia per il tempo che passa con la cura dei particolari che caratterizza i capi di moda. Giosuè invece è più controllato, ma non meno misterioso.
Un giorno Marie-France decide di rinnovare la boutique per creare uno spazio in cui le giovani ragazze possono dedicarsi allo shopping senza essere accompagnate dalle madri e scegliere da sole cosa indossare. Questa decisione porta una ventata di freschezza al negozio e agli affari, è una svolta decisiva ma non del tutto positiva.
Quando una ragazza che frequentava la boutique scompare, iniziano a circolare strane voci su traffici di minori rapiti nel negozio, voci messe in giro per ignoranza e per il pregiudizio contro Marie-France e soprattutto Giosuè in quanto ebreo.
Il negozio diventa il bersaglio di scherzi e atti di vandalismo, gli affari peggiorano. Marie-France decide di ignorare le provocazioni per dimostrare l’infondatezza delle voci, ma le calunnie si ingigantiscono fino al tragico epilogo che lascerà un segno nella vita di Barbara e i suoi colleghi.

Ilaria Gaspari ha saputo ritrarre con dovizia di particolari uno spaccato sociale dove la vita dei personaggi risuona con maggior enfasi. Ambientando la storia in un luogo dove l’apparenza è quella che conta, come può essere una boutique di moda, l’essenza profonda di un’anima non può non spiccare appena affiora. Così il lettore si immedesima nei sentimenti di Barbara, la protagonista che parla in prima persona di eventi passati e si confronta con chi reputava più attraente, più deciso, più spensierato di sé.
D’altro canto, ciò che prova Barbara diviene, nel confronto con gli altri, la cartina di tornasole per scoprire ansie, desideri, malesseri, sogni, esperienze di chi lavora con lei o passa per il negozio.
Significativa è la figura di Marie-France che l’autrice ritrae a tutto tondo e di cui Barbara impara a riconoscere le più piccole espressioni. Scopre la sua ansia per la morte e come la combatte esaltando la bellezza. Qui è interessante notare l’atteggiamento di Marie-France che cerca di immortalare qualcosa di effimero, la bellezza, per cercare di controllare il tempo che passa.
Nella routine della boutique, emerge un rapporto madre-figlie fra la titolare e le commesse dove la prima trasmette le sue conoscenze sulla moda ma anche sulla vita, e se le commesse combinano qualche guaio, lei le rimprovera in maniera bonaria. Per Marie-France gli affari sono importanti, ma sono in secondo piano.
Ciò è dovuto al rapporto fra Marie-France e sua figlia su cui Barbara farà diverse ipotesi fino a scoprire la verità. In quel momento, Barbara vedrà Marie-France oltre la maschera dell’apparenza, per quello che è: una donna fragile che ha imparato a tener testa alle difficoltà ma non è infallibile. Senza voler rivelare punti salienti della storia, devo dire che il rapporto fra Marie-France e sua figlia, nel modo in cui l’autrice lo racconta, sottolinea a mio parere che anche la bellezza, o la sua presunta mancanza, passa in secondo piano quando l’essenza viene a mancare.
L’occasione è propizia per parlare della tecnica stilistica: Ilaria Gaspari raggiunge la profondità filosofica con delle anticipazioni ben dosate. Questo rivelare le cose gradualmente dopo averle accennate produce un effetto di continua immedesimazione, non solo nello scoprire pian piano le calunnie che attanagliano il negozio, ma anche nella crescita personale della protagonista fra i pensieri che ha oggi e i pensieri che aveva all’epoca degli eventi narrati.
Per concludere, mi ha colpito molto il comportamento di Barbara quando ritrova i vecchi amici di università. Parlando con loro si accorge della crudeltà e dell’infondatezza delle calunnie, ma ciò non la rende immune. Nonostante sia a conoscenza della realtà dei fatti e uno dei suoi amici ha il coraggio che a lei manca di andare contro corrente, Barbara cede alle calunnie per un attimo, quel tanto che basta a togliersi il dubbio. Per me, questo è l’emblema della storia e pone la domanda se arriveremo mai davvero a conoscere qualcuno, che sia qualcun altro o noi stessi.
Quindi, questo è un libro da non prendere alla leggera ma leggere con la mente aperta a vari spunti di riflessione.



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